Oggi scriviamo, si, perché ho vissuto una scenetta in prima persona che vi voglio raccontare e da cui vorrei trarre delle conclusioni a mio avviso utili per tutti coloro che approcciano alla fotografia, nessuno escluso. Ok, poi capirete perché, ma in effetti chi fa macro o still life forse se ne può fregare, ma vai a sapere.
Qualche giorno fa, prima di andare in ufficio, ho fatto un giretto fotografico. Vado di qua, scatto di la. Arrivo sulle rive di Trieste e, tra la Stazione Marittima e la Piazza Unità d’Italia, mi giro per scattare il mare increspato dalla bora, aiutato da un cielo grigio triste e dall’assenza di macchine. L’oggetto è chiaro nella mia mente: il palazzo, la banchina e il mare incazzoso. Vedo anche un tipo che passeggia, lontano abbastanza da entrare preponderante nel mio 50mm; e lo vedo mentre si defila per uscire dalla mia inquadratura. Dal momento che era molto lontano, scatto 1 foto in cui, si, egli c’è. Poi lo agevolo, ruoto la reflex e scatto un’altra foto senza di lui. Tempo un minuto è vicino a me, brandendo il dito inizia ad insultarmi (in inglese tra l’altro) dicendomi che non ho rispetto, che non devo fotografarlo, che qui che la. Tenta di colpire la mia reflex, che appena sfiora perchè io la scanso (nel farlo mi autocolpisco al labbro, di striscio). Si allontana mandandomi a quel paese e io, ovviamente, ricambio. Al che, torna sui suoi passi e mi spintona; io lo invito prima a vedere le foto per fargli capire che non l’avevo neanche per i tacchi, lui impreca avanti, allora lo invito ad andare alla più vicina stazione di polizia. Al che se ne va, continuando ad insultarmi.
E’ finita in niente, ma poteva finire male, poteva buttarmi in acqua (il mare era li a portata), poteva picchiarmi o potevamo picchiarci a vicenda; e per cosa? Per una foto paesaggistica.
Dove voglio arrivare? Si fa un gran parlare di norme che regolano gli scatti di strada, se son manifestazioni si può, se il soggetto non è il soggetto si può, occhio coi bimbi, c’è chi dice che in fondo gli adulti su suolo pubblico si possono fotografare…insomma, nel mio caso, ero proprio ipertranquillo, anche perché non sono il tipo che se la va a cercare e non sono il tipo che pubblica foto lesive. E stavo facendo paesaggistica! Voglio arrivare al fatto che uno può anche avere ragione, e l’avevo! Puoi avere ragione, ma perdere l’attrezzatura! Puoi avere ragione, ma prendere un sacco di botte! Puoi avere ragione! Ma se dall’altra parte c’è un pazzo, hai voglia ad ottenere il risarcimento. E intanto, cos’hai capito? Che la tua reflex, con la foto incriminata e tante altre presenti nella scheda di memoria, fanno compagnia ai pesci. E che, ammesso che la recuperi, ci spenderai un bel po’, e secondo me saranno soldi persi.
La conclusione è che bisogna stare attenti. Io ero da solo e non stava passando anima viva, ho rischiato davvero. Se ero in compagnia probabilmente nemmeno si avvicinava, se ero in centro a mezzogiorno di una bella domenica, nemmeno. Ma diciamo che le circostanze c’erano tutte, e io veramente non le avevo minimamente prese in considerazione.
Lo scatto non ve lo faccio vedere, non me la voglio mica andare a cercare di nuovo! Ma credetemi sulla parola. Ve ne propongo un altro, di quella mattina, giusto a testimonianza della mattinata fredda e di bora forte che ho vissuto.
Buona luce a tutti