Silhouette?

Già, come si fa una silhouette?

Beh, la parte più difficile è trovare il soggetto giusto. Paradossalmente il soggetto può anche esser brutto, di per se, in quanto vi servirà soltanto il suo profilo. Può essere una fabbrica, un traliccio o, magari, un albero. Personalmente preferisco quest’ultima opzione. Le cose in natura hanno di solito un gioco di linee, curve e imperfezioni che tendono, assieme, alla perfezione.

Comunque, una volta trovato un soggetto adatto, dovete metterlo controluce o, meglio, deve essere controluce. Potete includere il sole oppure no. Includerlo rende tutto più difficile naturalmente. Possono comparire flare e rischiate di bruciare le alte luci.

Una volta scelta la composizione, bisogna settare la reflex. Dove regolate l’esposizione? Naturalmente, nel punto più luminoso, e non sempre basta. In questa prova ho esposto sul sole, facendo attenzione a non esporre per troppo tempo, per non rischiare danni al sensore della reflex; infatti conviene esporre velocemente, fare delle prove e non tenere mai a lungo l’obiettivo puntato direttamente sul sole stesso. Io di solito punto, guardo l’esposimetro, cambio inquadratura, setto la reflex abbassando di qualche stop, poi ripunto e così via, lasciando il sensore a riposo per non bruciare dei pixel. Poi, per sicurezza, sottoespongo ancora di uno stop per non avere le alte luci bruciate.

Dopodiché in postproduzione mi son limitato a contrastarla un po’ di più, ma niente di che… et voilà!

Febbraio 2012 – Il grande freddo

3 settimane di gelo hanno attanagliato l’Europa intera durante il mese di febbraio 2012. Nei dintorni di Trieste non è caduta la neve, ma la bora ha sferzato come non mai…picchi di 185 km/h in città, temperature polari, 10 gradi sotto lo zero con un wind chill a -16/-18.

Quale miglior occasione per divertirsi con una reflex in mano?

Questo era il Molo Audace, a Trieste, dopo una settimana di Bora forte. Il molo era ricoperto di acqua marina ghiacciata.

Questa era la situazione sul lungomare di Muggia, in provincia di Trieste.

Questo invece è il fiume Timavo che esce dalle grotte di Skocjan, in Slovenia…Tutt’attorno si è ghiacciato, e l’acqua esce timidamente da sotto il ghiaccio

Questo è sempre il Timavo, completamente congelato.

Ci si poteva anche camminare, senza alcun pericolo…

Un particolare del fiume

E infine, dopo due settimane di bora forte che alzava l’acqua del mare sul molo, ecco la situazione

E alla fine è calato il tramonto sul molo Audace ancora mezzo congelato

Alla prossima

Ptuj – Antica città della Slovenia orientale

Durante le vacanze pasquali ho fatto una capatina a Ptuj, una delle città più antiche della Slovenia. Petovio in italiano, Pettau in tedesco, è una cittadina di appena 25.000 abitanti che si sviluppa sul corso del fiume Drava, il quale genera il Lago di Ptuj (Ptujsko Jezero) pochi chilometri a sud della città.

Si hanno insediamenti fin dall’età della pietra in questa zona. Ptuj conobbe splendore sotto i romani, grazie a Traiano e a Vespasiano. Fu poi distrutta dai barbari, occupata dagli slavi, dominata dagli Asburgo. Dopo la seconda guerra mondiale l’etnia tedesca iniziò a diminuire e oggi la maggioranza è slovena.

Ci sono diversi luoghi di interesse storico e paesaggistico a Ptuj. Su tutti, il castello che domina la città dall’alto e che risale al XIII secolo.

Ma veniamo alle foto.

L’accesso pedonale alla città. Vicino si trova un comodissimo parcheggio da cui si prende questo ponte pedonale che porta a 2 passi dal centro cittadino

La piazza principale di Ptuj, dove trovano posto la Chiesa, il teatro e un paio di caffè

L’hotel Mitra, che risale al 1890

Una delle stradine che porta al Castello

Uno degli scorci dell’interno del Castello

E infine, il pezzo forte, la vista sulla città, sul campanile e sul fiume e il lago

Alla prossima.

Slovenia Verde

Pubblico qualche scatto eseguito nei dintorni delle terme di Olimia, a Podcetrtek, nella Slovenia orientale.

Il posto mi ha impressionato per la bellezza delle sue colline miste alla campagna verde. Sono paesaggi tipici del bel piccolo paese dell’ex Jugoslavia, paesaggi che a me mettono una tal quiete che in pochi posti ho trovato.

Quale scegliere

Quando uno si avvicina alla fotografia, ha sempre mille dubbi. Che reflex prendo? Su quali ottiche investo? Cosa sarò in grado di fare?

Beh, io non è che sia un professionista, ma sono soltanto un amatore, un appassionato, seppur maniaco compulsivo , resto pur sempre un appassionato…

Quando scelsi la mia reflex, la Nikon D90, fui mosso dal fastidio che provavo per la Canon, ma solo perchè “a pelle” mi sta antipatica, niente di empirico quindi. Scelsi quella perché, leggendo qui e la, mi sembrava una scelta equilibrata. Non volevo spendere poco per poi pentirmi, non volevo spendere molto per un hobby che non sapevo se m’avesse “preso” veramente…scelsi qualcosa che poteva soddisfarmi per diverso tempo e, ad oggi, non posso far altro che ringraziare ‘non so chi’ per la scelta.

Ora, la scelta si faceva più dura, la trama s’infittiva…che ottiche montare su una buona reflex? Inizialmente ho preso il 18-200, un tuttofare di gran rispetto, stabilizzato e con autofocus. Per diversi mesi mai e poi mai l’ho messo in discussione. Poi ho iniziato a sentirne i limiti. Ho quindi iniziato a guardarmi intorno. Scelta obbligata, un obiettivo luminoso mi ci voleva. Nikon produce un ottimo 35mm F/1.8…vai, preso…mai scelta fu più azzeccata. C’è chi continuamente me lo invidia, con la sua nitidezza strepitosa…i ritratti escono che è una favola, sebbene non sia quello il suo scopo…su sensore APS-C da il meglio di se! Grande 35!!!

Poi è subentrata la necessità del grandangolo; eh, si, perchè un paesaggista che si rispetti DEVE possederne uno! Presi quindi il Tokina 12-24 mm F/4, altro gioiellino di cui davvero non potrei mai fare a meno.

Tutto ciò per dirvi una cosa: prendete una reflex, quella che sentite meglio nelle vostre mani…ossia, afferratela, toccatela con mano. Io non l’ho fatto e sono stato fortunato! Alcuni ne sentono davvero la necessità. Poi valutate bene, grazie al kit in dotazione, qual’è la vostra strada fotografica e, solo in seguito, ampliate il parco ottiche. Sono convinto che comprare subito il top di gamma sia sconsigliato. Un appassionato di street photography non comprerà mai un treppiede, così come un “macrista” non prenderà mai un grandangolo.

In conclusione, bisogna saper aspettare; la fotografia ha i suoi tempi, dateglieli!

Tramonto Audace

Quanti bei tramonti si possono godere sul golfo di Trieste…e se da fare da contorno ci si mette il Molo Audace, ne esce uno scatto davvero eccezionale!

Uno scatto macabro

Qui va spesa qualche parola in più. Parliamo del cimitero austro-ungarico di Aurisina, in provincia di Trieste. In questo posto riposano 1934 militari “austriaci” caduti durante la prima guerra mondiale, in particolare tra il 1915 e il 1917. I nomi riportati sulle tombe fanno pensare più agli slavi che agli austriaci a dire il vero.

La prima volta che vidi questo cimitero, lo trovai trasandato, lasciato a se stesso. Invece ora è stato davvero rimesso a nuovo; è molto curato e merita davvero una visita.

Vi riporto qui di seguito come l’ho visto io