Bianco e nero – Non è solo desaturazione

Non sarò molto originale, ma mi va lo stesso di scrivere due righe sulla differenza tra un buon bianco e nero e un bianco e nero fatto così tanto per farlo.
Si, perché purtroppo ne vedo molti di b&n fatti agendo semplicemente sulla saturazione, ovvero azzerando banalmente i colori.

Uno scatto in monocromia non è soltanto uno scatto senza colori ma è uno scatto convertito in una certa maniera.
Ma andiamo con ordine: il momento del click. Ci sono due correnti di pensiero: chi ritiene necessario già scattare in funzione della conversione monocromatica, chi invece ci pensa dopo, in postproduzione. Poi c’è chi fa entrambe le cose, come me. Non dico di esser nel giusto, ma dico che a me va bene, funziona, o meglio, i miei b&n mi sembrano validi (poi ditemelo voi se è effettivamente così).

In seconda battuta, valutare la luce. Ci sono giornate in cui la luce davvero non permetterebbe altro se non di scattare per il b&n: mi riferisco ad esempio a giornate nebbiose o col cielo piatto senza nuvole ma grigio da far pena! Ecco, quelle sono giornate votate alla monocromia. Altre volte si fanno scatti monocromatici anche da foto che funzionano perfettamente a colori e quindi solo per il gusto di farle. Da qui discende il mio consiglio di non scattare mai in b&n direttamente in macchina, per due ragioni: potrebbe piacervi lo scatto a colori e quindi potreste decidere di tenere quello; potrete passare dal colore al b&n in un secondo momento: è davvero un’operazione veloce.

Detto ciò, dico, insomma, alla fine della fiera, cosa conta? Beh, il risultato no? E quindi l’importante è fare un buon b&n! Quel che più conta è non limitarsi a desaturare una foto a colori perché il risultato si discosterà molto dai b&n che vedete in giro, e ne resterete delusi.

Vi starete chiedendo: tutte ste chiacchiere ma questo qui alla fine ancora non ci ha detto come si fa un buon b&n. Innanzitutto bisogna agire sulla luminosità di ogni singolo canale colore, bisogna agire sul contrasto, sulla luminosità generale, sulle curve, sull’istogramma. Io non uso nessuno dei tanti metodi che si trovano in giro in rete (cercatene su youtube se volete), o magari lo uso senza saperlo, nel senso che vado a caso, in base al risultato che voglio ottenere e allo scatto che ho a disposizione, a quello che mi ha trasmesso la scena immortalata mentre scattavo, a volte a quello che mi sento nel momento in cui lo lavoro al computer: spazio alla fantasia, sempre se resta una fantasia realistica (si, è un concetto insensato, me ne rendo conto, ma rende l’idea, la mia idea, di fotografia: immortalare la realtà il più possibile). Ecco, quest’ultimo concetto è proprio il più assurdo: sappiamo tutti che noi vediamo il mondo a colori, quindi forse la postproduzione meno realistica è proprio quella monocromatica!

Ora veniamo a degli esempi:

1. Scatto fatto a colori senza pensare di convertirlo in bn; infatti ve lo propongo anche a colori:

a. Scatto nudo e crudo, così come l’ho scattato

1

b. Postproduzione a colori

Abbazia-colore

c. Conversione in b&n semplice (desaturazione e basta)

desaturata

d. Conversione in b&n studiata

Abazzia

2. Foto studiata per il b&n:

a. Scatto nudo e crudo, così come l’ho scattato

DSC_5354-come-oggetto-avanzato-1

b. Conversione in b&n semplice (desaturazione e basta)

DSC_5354-come-oggetto-avanzato-1

c. Conversione in b&n studiata:

Ferrara-(10)

Spero con queste mie righe e considerazioni di avervi dato qualche utile spunto di riflessione, di avervi aiutato a ragionare e di invogliarvi a studiare il bianco e nero e i molteplici aspetti che lo riguardano, evitandovi quindi altre delusioni su conversioni non soddisfacenti.

Alla prossima!

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